Caro Preside

ritenendo utile far sapere alla Facoltà l'intervento che avrei dovuto tenere a braccio all'incontro-dibattito del 18 maggio, da te organizzato presso l'aula magna della Facoltà, intervento che non ho  potuto  tenere per mancanza del tempo a disposizione, ho deciso di scriverlo e inviartelo.  

 

 

Avrei detto.

 

Non voglio parlare di questioni tecnico-organizzative sulle quali si è già detto tanto. Voglio approfittare, invece, della presenza di così autorevoli personaggi per lanciare una proposta partendo dal titolo dell'incontro dibattito: “Servizio Sanitario Nazionale e Facoltà di Medicina: un rapporto da migliorare”. Faccio subito una considerazione ovvia. Per migliorare un rapporto occorre necessariamente che questo esista. Pongo allora  una domanda a tutti e a me stesso: ma è esistito ed esiste un rapporto tra SSN e Facoltà di Medicina? La risposta è immediata perché sotto gli occhi di tutti. No! E' esistito ed esiste  solo un conflitto permanente tra due autonomie costituzionali: quella universitaria a cui compete  l'organizzazione della didattica, della ricerca e dell'assistenza sanitaria necessaria al buon espletamente di tali funzioni; quella della Regione a cui compete l'organizzazione del SSN e, quindi, dell'AOU.  Con la legge 517/99, la cosidetta Bindi, il legislatore ha demandato alle regioni e all'università, nel rispetto delle rispettive autonomie, la stesura di protocolli d'intesa. A un decennio di emanazione della predetta legge, vi sono regioni in cui i protocolli ancora non sono  definiti, altre in cui i protocolli esistono ma non sono compiutamente applicati per controversie tra le due autonomie o per inadempienze dell'una e/o dell'altra parte. La conseguenza è una sola ed evidente: l'organizzazione dell'AOU non è ottimale come dovrebbe essere, con disservizi e danno per i pazienti-utenti; le Facoltà mediche non possono espletare al meglio le loro specifiche funzioni; lo stato giuridico dei clinici universitari è stravolto e la loro retribuzione per le prestazioni assistenziali fornite all'AOU e al SSN è diversa da Regione a Regione e in alcuni casi, nella stessa regione, da una ad altra sede. Ho scritto e detto più volte che siffatti problemi non si risolvono per via giudiziaria. Esistono, infatti,  sentenze e ordinanze diverse tra loro, emesse  a diversi gradi di giurisdizione, nessuna tuttora applicata. Sono trascorsi 10 anni dalla legge Bindi e, nell'interesse di tutti,  non si può continuare ad andare avanti così. Vengo allora alla proposta a cui ho accennato all'inizio del mio dire. Occorre una nuova legge  specifica che demandi a università e regioni, nel rispetto delle rispettive autonomie, la stesura di protocolli d'intesa, come ha fatto la 517/99, ma  prefiguri in modo molto più puntuale e preciso di quanto ha fatto la predetta legge, un insieme di paletti, di limiti,  di tetti minimi e massimi di prestazioni, di orari, di retribuzione per le prestazioni assistenziali fornite dai docenti clinici, superando la tanto discussa “perequazione” e gli altrettanto discussi sostitutivi “compensi aggiuntivi”. Solo così si potrà addivenire a un reale miglioramento dei due servizi: quello sanitario e quello della didattica e della ricerca. Solo così potrà essere realizzato un trattamento retributivo uniforme su scala nazionale per figure giuridiche aventi lo stesso “status”, cioè qualifica, anzianità, funzioni e responsabilità e che, pur operando in sedi diverse, effettuano uguali impegni temporali e quantitativi di prestazioni assistenziali. Nel rispetto dei precisi termini, paletti e limiti fissati dal legislatore sarà più facile per università e regioni addivenire a rapide intese, senza con ciò ledere le rispettive autonomie costituzionali.

 

Questo è quanto avrei detto, con crudo e reale pragmatismo, al di fuori e al si sopra delle tante questioni tecnico-organizzative dibattute, se mi fossero stati concessi pochi minuti. Una inoppugnabile razionalità impone una prioritaria definitiva soluzione legislativa della questione madre di  tutte le altre discusse, la questione  della eliminazione della conflittualità tra due autonomie.   Ne sono convinto. Questo è quanto mi prefiggo di inviare ai ministri della Salute e dell'Università, ovviamente in forma più chiara ed argomentata di quanto ho sopra scritto.

 

Bari 18 maggio 2009                                       

                                                                            prof. Alberto Pagliarini